Boscomantico skydive

 

Aviosuperficie Boscomantico Verona

2 Giugno 2006 – Adrenalina pura elevata alla 10à

Liuke e Ivan -Lancio in tandem quota 4500 mt.

Anche quest’anno eccoci qui a Boscomantico per il consueto raduno di md80.it per passare in armonia una splendida giornata tra amici ed appassionati del volo. Una giornata da trascorrere nel verde delle campagne veronesi, davanti ad una buona tavola dove mangiare, bere, e fare conoscenza con i nuovi amici e salutare quelli vecchi, mogli, fidanzate, suocere e chi vuol venire venghino Siori…!!! Subito dopo il pranzo chi si è prenotato per il volo scalpita, i piloti che ci svulazzeranno sui cieli del Garda sono li, pronti per noi, il Sig. Bazzani, ed il figlio, che come ogni anno si prestano volentieri per farci da tramite tra i nostri sogni ed il cielo…

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Boscomantico skydive


L’occasione è buona anche per quelle persone che hanno paura di volare e vorrebbero esorcizzare questi timori, quale modo migliore ci può essere che affrontarle in compagnia come in questo caso tra amici, esperti di aerei e non.

Complimenti ad Hangar18, che a volato nonostante il terrore dell’aereo la tenesse in ostaggio.

Ma torniamo a me, quest’anno non mi sono prenotato per fare il solito giretto in aereo, o meglio volerò ma in un’altra maniera, con altri mezzi.

Già dal primo raduno che feci qui a Bosco notai che in quest’aeroclub non c’erano solo attività di aviazione generale, alianti ecc. ecc. ma più in la, seminascosto tra gli alberi si trova una un grosso hangar dove al suo interno c’è una scuola di paracadutismo sportivo, Woww questo è un segno del destino pensai.

E’ stata ed è la mia fissa già da quando mia madre mi puliva il naso, si perché già da quell’età pigliavo, tovaglioli da tavola, spago ed i miei bei giocattoli della serie Goldrake, Mazzinga, Jeeg (roba grossa di ferro), e tutti gli altri che si son salvati, e diventavano tutti paracadutisti dall’ottavo piano…

Gia dal giorno prima le previsioni meteo davano tempo incerto (ma gia da una settimana guardavo le previsioni a tutte le ore su tutti i canali), fatto sta che ho trascorso l’intero viaggio da Milano a Verona con la faccia appiccicata al parabrezza della mia auto a guardare le nuvole con la speranza che si aprissero.

Arrivo sul posto e l’adrenalina è già in circolo, sono euforico e un po in ritardo, faccio una corsa a salutare tutti gli amici che sono a tavola a rimpinzarsi lo stomaco e vado subito allo Skydive col mio amico Ivan a presentarci per il lancio che avevamo prenotato, il cielo è semi coperto, diciamo BKN 120 giusto giusto la nostra quota di lancio, la signora alla reception ci accoglie gentilmente e ci fa firmare le consuete liberatorie, ed in attesa che il cielo si liberi dalle nuvole ci manda dall’istruttore per il breefing pre lancio.

Entriamo nell’hangar, il pavimento praticamente è ricoperto dalle vele dei paracadute e bisogna stare attenti a dove si poggiano i piedi, l’attività all’interno è frenetica, gente che piega i paracadute, altri che fanno stretching, cineoperatori che controllano le attrezzature video e studenti che visionavano i video dei propri lanci, l’emozione è grande.

Ecco che arrivano i due istruttori che ci accompagneranno in caduta libera, i quali iniziano a spiegarci i movimenti e la postura da assumere durante tutta la fase del volo, a partire dal posizionamento in aereo fino allatterragio.

Finito il breefing inizia la vestizione, ci portano davanti allo stend dove sono appese le tute di lancio, ma il mio occhio furbetto va a finire su di uno stend più in la, dove si nota la differenza tra tute, e tute… -io voglio quella liii- una tuta gialla e blu eh eh!! …l’istruttore fa, mmhh, va bene ti do quella anche se non è adibita al noleggio, …era di una squadra acrobatica, ma io l’ho scelta per via dei colori Valentiniani . Così va più veloce…
Il mio amico Ivan si accontenta di quel che c’è, e ne prende una rossa fosforescente.

La tuta veste abbastanza larga e appena la indossiamo io sembro un pagliaccio e Ivan un ambualanziere, ma poi indossiamo le imbracature il tutto assume una visione più gradevole e professionale.

Ai lati di braccia e gambe sono istallati dei salsicciotti di stoffa imbottiti, mi informai a cosa servissero, …servono come appiglio tra paracadutisti in caduta per assumere le varie posizioni coreografiche.


SkyDive Verona

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Ok siamo pronti, ma il tempo non ancora uff. Quindi attendiamo ancora, e la testa è sempre rivolta verso l’alto ad implorare le nuvole, tra autostrada e l’attesa qui, mi è già venuto il torcicollo.

L’istruttore consiglia di aspettare la prima schiarita utile perché nei lanci precedenti hanno beccato la neve, l’adrenalina che prima circolava in un senso ora circola in senso opposto, l’eccitazione è alle stelle, io e Ivan passeggiamo nervosamente avanti e in drè davanti all’hangar come due padri in sala parto, be in fondo anche noi dovevamo partire no?!

Ecco che finalmente arriva la tanto attesa schiarita, si accende l’altoparlante che annuncia la partenza e scandisce i nomi dei paracadutisti noi compresi Wow si va!

Ci dirigiamo verso l’aereo, un Pilatus Porter Turbo elica, marche F-GSAT, aereo molto usato per questo tipo di attività, un mulo arrampicatore. Mentre mi avvicino volto lo sguardo alla mia destra verso la recinzione che delimita il campo di volo, dove ci sono i miei amici MDottantini che saluto sbracciando, in quel momento la scena mi sembra quella che vivono gli astronauti prima di imbarcarsi che salutano la folla e i parenti sugli spalti tipo film Armagedoon.
Mi avvicino all’aereo e faccio il consueto Walking around, già… come se fossi io a pilotare…scusate -deformazione Passionale-.

Le eliche iniziano a frullare, l’aereo è stato messo in moto per mezzo di una piccola External Power un aggeggio indipendente al velivolo che fornisce l’energia per l’accensione del motore.
Iniziamo a salire e prendere posto sul Pilatus, in tutto siamo una decina di persone, a me fanno salire per ultimo, Miiii!!! questo vuol dire che sarò il primo a lanciarmi…sing…, meglio le attese non mi piacciono.
Lo sportello del Pilatus si chiude, ed iniziamo il rullaggio verso la pista, (ormai i giochi sono fatti, chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro e non può più tornare indietro) ma io non sono affatto intimorito anzi la cosa mi esalta al massimo, se non fossimo stipati come sardine schizzerei come una cavalletta da un lato all’altro dell’aereo, l’adrenalina è tangibile nell’aire e passa da corpo a corpo.
Dopo qualche minuto siamo a quota 3000 metri ci siamo quasi, il lancio si farà da 4000, e l’apertura del sacco a 1000 mt. il cielo non è completamente libero da nuvole infatti arrivati alla quota di lancio c’è un bel nuvolone grigio porca miseria. Va be pazienza, più in giù troveremo bel tempo.

Gli istruttori ci raccomandano testa alta durante il salto e mani sulle bretelle dell’imbracatura, ecco che si apre il portellone che sta proprio al mio fianco, NEVICA!! ma non c’è freddo o forse c’era ma non ci ho fatto caso in quel momento!!! Sai com’é… l’adrenalina mi scappa fuori dalle orecchie, mi scambio l’OK con Ivan e mi sporgo col corpo fuori dall’aereo e rimaniamo così finche il cameraman con manovre alla Uomo Ragno si posiziona fuori aggrappandosi alla fusoliera, la resistenza dell’aria è trascurabile, la velocità indicata è di circa 80/90 nodi, se addosso avessi avuto un cardio-frequenzimetro a quest’ora sarebbe già esploso in mille pezzettini, un’adrenalina così intensa non l’ho provata nemmeno quando piegavo in moto a 250km/h con le orecchie che strisciavano sull’asfalto.
Guardo un attimo giù, ma non si vede niente, e tutto stramaledettamente bianco, peccato.

I miei occhi rimangono fissi sull’ala, così da carpire l’istante del salto, (essendo seduto non sulla pedana ma sulle gambe dell’istruttore non avrei avvertito il distacco) l’istruttore si dondola col corpo un po verso l’interno si piega in avanti punta le mani sulla pedana sollevandoci, è siamo FUORI,…… – soltanto a scrivere questo passaggio mi è venuta la pelle d’oca, ma che dico d’oca, di armadillo direi –

….a parte il disorientamento momentaneo non ho avuto quella sensazione che mi aspettavo, tipo il vuoto allo stomaco che si sente quando si è sulle montagne russe, senti…solo…niente, credo.

Data l’assenza di riferimenti visivi causa nuvola ed il mio cervello che era in stallo, subito dopo il salto non riuscivo a capire in quale assetto mi trovassi, solo dopo, rivedendo il video capii che eravamo in picchiata. Una folle picchiata come un Falco Pellegrino.

Per qualche istante smisi di respirare, non saprei se fosse dovuto all’alta velocità oppure no.
Appena stabili in posizione orizzontale l’istruttore mi bussa sulla testa come d’accordo e lasciai le mani che stringevano le bretelle dell’imbracatura, feci un pochino di fatica a lasciarle perché le stringevo così forte che si erano vulcanizzate alle cinghie, quindi assunsi la posizione caratteristica di caduta libera ed incominciai a Godere, la velocità si aggiarava intorno a 200 km/h, una velocità limitata da un mini paracadute che viene rilasciato subito dopo il lancio in tandem, perché in due la velocità sarebbe maggiore, circa 270/290 km/h e si farebbe fatica a respirare.

Di fronte a me vedevo il cameraman che mi riprendeva e si avvicinava sempre di più a me ad una velocità che mi turbò un po, ooh questo mi viene addossooooo …ma non so come, ha frenato di colpo a un centimetro dalla mia faccia. Allora feci un bel sorriso dentro l’obiettivo…Cheeess.

Si ma ora levati che mi togli il panorama.

Le nuvole dopo un po si diradarono completamente e la visione fu come non mai, roba da togliere il fiato.
Avevo proprio la sensazione di volare, avvertivo quella sensazione di portanza generata dalla forza dell’aria in moto contrario.
Poi facemmo manovre del tipo ritrai il braccio destro e ti giri a destra e viceversa a sinistra, la rotazione è repentina e finchè non riporti il braccio in posizione normale si continua a roteare.
L’istruttore guarda l’altimetro al polso e mi bussa sulla testa, pensai…nooooo… e già ora di aprire la vela. Di già?! La durata della caduta libera fu di 50/60 secondi, troppo pochi, diciamo che sarei rimasto li così anche una mezza giornatina.

Subito dopo aver tirato la maniglia d’apertura sentii il fruscio della vela che si spiegava rallentando progressivamente la caduta, non notai nessun strattone, la frenata fu dolce e graduale, almeno l’impressione fu quella, ma poi vista dal video non direi neanche troppo dolce, (e quella scena era al rallenty).

Da li in poi fu una passeggiata…una magnifica passeggiata, si passa dal forte rumore dell’aria in caduta libera, ad un silenzio surreale, sotto di me Verona, lo stadio, l’adige, il lago, era proprio uno scenario di bellezza indicibile!

L’istruttore mi diede in mano i comandi della vela e mi disse – ora facciamo la prova d’atterraggio- tirai con forza entrambe le cinghie di comando come mi spiegò prima, ed il paracadute richiudendosi quasi completamente ci riportò verso l’alto, poi riportando i comandi in posizione neutra e ci fu una breve caduta fino alla riapertura completa della vela. E li un pochino di strizza l’ho avvertita, ma poca poca.
Da li in poi dirigevo io la direzione del volo, sotto le indicazioni dell’istruttore.
Ecco che ora da questa posizione riesco a vedere la pista di boscomantico che piccola che è da qua!

Volteggiamo intorno all’area d’atterraggio come fa un falco (il Pellegrino di prima) a caccia della sua preda, ecco ora individuo il cerchio di ghiaia dove dovremmo atterrare, siamo ad una trentina di metri d’altezza, urca ma la velocità è sostenuta se dovessimo toccare terra a quest’andatura come minimo ci spezziamo le gambe, poi al comando dell’istruttore iniziai la frenata come feci alcune centinaia di metri più su, e l’effetto fu una dolce planata, un atterraggio morbido morbido. Abbiamo fatto una sorta di Flare.

Una volta a terra mi slego dalle cinghie e mi volto per guardare Ivan che si trova ancora in alto ad una cinquantina di metri e mi guardo il suo atterraggio.

Una volta rientrati in hangar e ripreso fiato, io e Ivan ci guardiamo in faccia e ci rendiamo conto che tutto sommato è stato tutto così rapido che quasi quasi si fa fatica a ricordare…ma è stato tutto reale??? O abbiamo sognato. Lo rifacciamo che non ho capito bene? L’unica cosa che ci ha trattenuto dal ripetere il lancio, è stato il portafogli.

Che figata ragazzi…non credo proprio di aver reso abbastanza l’idea…per saperne di più dovete solo provarlo. Se solo avete un pochino di coraggio lo dovete fare, nel momento in cui scrivo è già passata una settimana ed ancora ho davanti agli occhi questa mia avventura fotogramma per fotogramma, ogni volta che rivedo il video i peli delle braccia mi sollevano persino la camicia.

By Liuke


Aeroporto di Verona-Boscomantico, Verona, Veneto, Italia

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